Il progetto rappresenta un’iniziativa transnazionale che coinvolge istituzioni di 6 paesi europei: Italia, Bulgaria, Danimarca, Lituania, Portogallo e Spagna e mira a contrastare la disinformazione e le fake news, soprattutto quelle che si concentrano su temi pro-europei. Il pericolo di manipolare le notizie relative all’Unione Europea è infatti un fenomeno attuale e reale: attraverso l’uso massiccio di hashtag di tendenza fuorvianti e di fonti giornalistiche inaffidabili, vere e proprie politiche europee a favore della diffusione di fake news che fomentano un clima di dissenso verso le istituzioni comunitarie. Al contrario, uno degli obiettivi della comunità è quello di favorire una corretta informazione e favorire la comunicazione con i cittadini, promuovendo tutte le opportunità lavorative e non lavorative che offre. Nello specifico, la Strategia Europea 2018-2020 propone tra i vari punti di garantire l’occupazione del 75% della popolazione europea tra i 20 e 64 anni. Per ridurre la disoccupazione, l’UE ha inserito tra le sette iniziative faro della strategia 2020 “un’agenda digitale per l’Europa” che mira a migliorare la fruibilità dei media in tutti i paesi europei. Secondo uno studio di Eurobarometro, la criminalità, l’immigrazione e la disoccupazione sono stati i temi più trattati dai siti di disinformazione nell’ultimo anno: la tendenza è quella di incolpare le politiche e gli orientamenti dell’intervento europeo su questi tre temi. Più specificamente, come mostra il rapporto US Media Literacy Index, le fake news sono considerate molto più affidabili in Europa dove intervengono prevalentemente tre variabili: livello di istruzione, libertà dei media e la fiducia sociale. Facendo una media di questi tre elementi, Italia e Portogallo si collocano nella parte più o meno mediana della classifica, mentre paesi come Lituania e Bulgaria sono tra gli ultimi in ogni categoria. La Spagna è stata al centro di un recente scandalo su Twitter, che ha fatto chiudere innumerevoli account ID spagnoli che diffondono fake news e propaganda filo-governativa con notizie false. La Danimarca, d’altra parte, rappresenta un esempio ammirevole per ogni variabile, raggiungendo per esempio un punteggio di 70 punti sull’usabilità e la libertà dei media e la sua partecipazione sarà cruciale nella realizzazione del progetto.

RISULTATI:

Il progetto è incentrato sulla creazione di un digital toolkit come prodotto finale, per imparare a distinguere le fake news e segnalarle. Il toolkit rappresenta uno strumento messo a disposizione di ogni cittadino europeo non solo per conoscere le migliori pratiche adottate nei vari paesi europei a livello politico, sociale e legale per combattere il fenomeno delle fake news, ma anche per imparare a utilizzare gli strumenti di fact-checking, in modo che ognuno contribuisca in prima persona a contrastare il fenomeno. Il toolkit è rivolto a giovani e adulti, con l’obiettivo di semplificare l’approccio al problema e di aumentare la responsabilità dei cittadini (soprattutto dei giovani): per rendere l’uso del toolkit saranno inclusi anche esempi pratici, simulazioni affrontate dai partecipanti durante le attività nei workshop.

Categorie: ERASMUS+

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